Vuoi per i diversi contesti di sviluppo, vuoi per scelte, vuoi per caso, vuoi per altro, i 5 giochi della serie non sono "bilanciati" tra di loro nella narrazione. Blood Omen appare chiaramente come un titolo di per sé concluso, anche se a finale un po' aperto. Soul Reaver, comunque, riesce a riaprire la partita in un modo molto intelligente e senza forzare la storia originale: a ben pensare lo si potrebbe considerare un mezzo reboot, ma i suoi diretti sequel smentiscono anche questa ipotesi, dando in effetti al primissimo capitolo significati che all'epoca erano invisibili (e probabilmente neanche ancora immaginati). Soul Reaver 2 è il sequel diretto di Soul Reaver 1, al punto che li si può vedere, dal punto di vista della narrazione, quasi come un unico gioco. Blood Omen 2 è dei cinque il "titolo riempitivo" per definizione, e la diversa qualità della cura per gli eventi si nota, ma riesce comunque a non sfigurare grazie al carisma del protagonista, sul quale letteralmente vive di rendita. Defiance è un titolo che si innesta in modo strano, perché pur riprendendo la storia da dove Soul Reaver 2 l'aveva lasciata cambia completamente ritmo e stile narrativo, rendendo impossibile "fonderlo" ai due Soul Reaver, tra di loro invece molto simili.
Blood Omen ha per protagonista Kain, e introduce già gran parte del mondo di gioco destinato a ritornare in tutti gli altri titoli. Nosgoth stessa, i Pilastri, il Cerchio, il vampirismo, i Sarafan, e non ultimi alcuni personaggi ricorrenti, come Vorador e Moebius. La storia è, anche se molto movimentata, suddivisibile in ideali "capitoli", ognuno dei quali fa un po' storia a sé (pur basandosi tutti sulla stessa premessa). Il finale è basato sul colpo di scena, rimette insieme tutto quanto è stato fatto fino a quel momento e lascia al giocatore la scelta tra due conclusioni possibili.
Soul Reaver ha per protagonista Raziel. Ha una trama che, una volta svolte tutte le premesse, risulta più lineare, e diventa quasi introduttiva per quella di Soul Reaver 2, benché comunque non sia vuota né priva di momenti importanti.
Soul Reaver 2, con ancora Raziel protagonista, è probabilmente il fulcro di tutto, il titolo senza il quale è impossibile capire davvero gli altri. La trama ricorda per aspetto quella di Soul Reaver 1, molto unitaria e consequenziale, ma alla fine svela una "gigantesca macchina dei complotti" che richiama il finale di Blood Omen (è un tema che intendo approfondire in un capitolo apposito).
Blood Omen 2, che vede di nuovo Kain protagonista, si tira da solo parzialmente fuori dagli eventi, essendo ambientato temporalmente tra Blood Omen 1 e Soul Reaver 1 e non concernendo veri momenti importanti per il resto della serie. Non evita però di citare Vorador, commettendo il colossale errore di metterlo in un'epoca in cui a rigor di logica dovrebbe essere senza una testa sul collo. La tendenza è prendere per giusta la trama non come presentata in Blood Omen 2, oppure applicare le "patch concettuali" diffuse in seguito dagli sviluppatori per cercare di tappare i buchi da loro stessi provocati (ovvero, Vorador sarebbe stato resuscitato da Kain dopo Blood Omen e sarebbe poi morto per altre ragioni prima di Soul Reaver). La storia è semplice e abbastanza lineare, anche se comunque non stupida e tutto sommato godibile, se non altro perché riesce a caratterizzare bene Kain e ne gode i frutti.
Defiance vede come protagoniti sia Kain che Raziel, a fasi alterne, lungo il corso di tutto il gioco. La trama riprende da dove Soul Reaver 2 l'aveva lasciata, non arrivando ad una vera e propria conclusione, ma non troncandosi brutalmente su un cliffhanger (come invece facevano sia Soul Reaver che Soul Reaver 2).
E' importantissimo tenere conto che un sesto gioco, The Dark Prophecy, era previsto, ma fu cancellato durante le prime fasi dello sviluppo. La trama doveva dunque proseguire, probabilmente arrivando con esso ad una vera conclusione.
Questo che ho fatto è uno specchietto estremamente minimale, e su diversi siti (ancora una volta purtroppo solo in inglese) è possibile trovare sia riassunti di trama che retroscena dei vari sviluppi infinitamente più dettagliati. Rimando quindi ad essi per chi volesse bersi una bella dose di utile e curiosa dietrologia, che ora io sinceramente non ho voglia e tempo di fare qui.
Nosgothic Realm è il database di più facile accesso, ma è anche il sito che scava meno in profondità. Dark Chronicle è probabilmente il sito più curato ed analitico, ma non è molto lineare nelle spiegazioni e bisogna un po' andarsi a trovare le cose. The Lost Worlds è invece specializzato nei "dietro le quinte" dei giochi; contiene tantissime cose molto interessanti e utili per capire alcune scelte di trama fatte, nonché una mastodontica ricostruzione di come avrebbe bene o male dovuto essere la storia del sesto gioco in base a quanto si è raccolto dai curriculum delle persone coinvolte all'epoca e dal poco altro che nel tempo è trapelato. E' pura speculazione, ma è fatta da qualcuno con occhio molto attento alla trama e allo stile di scrittura degli altri titoli, e molte delle ipotesi che avanza sono altamente plausibili (anche se personalmente ritengo che ottenere un quadro chiaro e completo di cosa effettivamente The Dark Prophecy dovesse mostrare sia come prendere un puzzle sfatto, buttare via metà dei pezzi, dare fuoco ai rimanenti e cercare di ricostruirlo basandosi su una foto ingiallita e rovinata dell'immagine finale completa. In altre parole, impossibile).
Detto questo, passiamo alla struttura narrativa. Il vero filo conduttore universale dei cinque giochi, senza dover andare nel merito della storia per trovarne uno, è infatti proprio la tecnica narrativa, da sempre anche uno degli elementi forti della serie.
Ogni volta è il protagonista a raccontare in prima persona gli eventi, ma al passato. Un passato che non è sempre ben chiaro da quale punto di vista sia guardato. In Blood Omen si dovrebbe forse supporre che Kain parli dopo aver scelto per sé e per Nosgoth, ma prima di avere applicato la propria decisione, e di conseguenza le immagini di entrambi i finali sarebbero "il presente". Per chi gioca a Soul Reaver 1 e 2 la domanda è destinata a rimanere momentaneamente senza risposta, perché entrambi finiscono con l'evidente intenzione di far proseguire la storia, quindi cosa ne sarà di Raziel ancora non si può sapere. Blood Omen 2 è ambientato in un'epoca molto precedente al più recente Kain vivo che abbiamo modo di vedere, quindi la questione non si pone (anche qui forse parla a fine gioco). E' Defiance a lasciare la maggior parte dei dubbi in merito: Kain sopravvive, quindi tutto ok, ma Raziel? Tutto ciò che ha raccontato lo vedeva parlare subito prima di essere assorbito nella Mietitrice, o ha ancora modo di esprimersi, sotto qualunque forma esista dopo? Sinceramente, comunque, non è un problema di così grande portata, e il non sapere cosa sarebbe dovuto succedere nel sesto capitolo aiuta a non poterlo risolvere.
Altra caratteristica e punto forte di tutta la saga è il linguaggio adottato. In inglese è arcaicheggiante, ma non esageratamente ridondante; la localizzazione italiana, a questo riguardo, permette di godere di un'ottima traduzione, con uno stile molto solido e particolare che ricalca per certi aspetti l'originale, per i due Soul Reaver e per Blood Omen 2 (Blood Omen 1 non è ufficialmente mai stato tradotto in italiano), e comunque di un risultato di alto livello per Defiance, la cui localizzazione completamente diversa dalle precedenti è entrata nella storia della saga, nel nostro paese.
Ma non è solo una questione di linguaggio; qualcuno ha definito i dialoghi di uno dei giochi (credo Blood Omen, ma sinceramente potrebbe valere per tutti e cinque) "come se fossero stati scritti da Shakespeare", e non credo che volesse essere solo un generico complimento: effettivamente tutta la narrazione di Legacy of Kain è permeata da una teatralità molto marcata, con la risoluzione dei grandi eventi spesso affidata a dialoghi con botta e risposta sagaci e ad azioni molto scenografiche, benché mai fuori luogo o forzate. In sostanza, anche quando agiscono - nei momenti importanti - i personaggi mantengono sempre un primato della parola sull'azione.
Credo non ci sia altro da dire in merito. Nella prossima pagina un altro elemento ricorrente di tutta la serie: l'ambientazione, ovvero Nosgoth.
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